“F” come FAMIGLIA

La famigliaOggi più che mai in Italia si parla di famiglie; oggi più che mai l’Italia si spacca sul COSA sia una famiglia, chi possa averne diritto e chi, invece, no. Negli ultimi tempi ci si è dati tanto da fare per sparare a zero senza informarsi: dalle scritte sul Pirellone, ai biglietti di Italotreno, ai cartelli SBAGLIATO (spaventosi, lasciatemelo dire) del Circo Massimo, ai commenti sui social in cui si chiedeva a gran voce l’apertura delle gabbie dei leoni del suddetto circo. In questi giorni mi sono chiesta spesso da dove nascesse tutto l’odio sbandierato; a parte le solite (altissime) percentuali di disinformazione, penso che una delle cause principali stia nella profonda paura del non riconoscimento reciproco.

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La scuola del tutto e la scuola del “non posso”

scuola-primariaPer molte famiglie si sta avvicinando l’ora di scegliere la scuola primaria in cui andranno i propri bambini, momento delicatissimo e che riempie di dubbi qualsiasi genitore, inclusa me! Sebbene a mio figlio manchino ancora un anno e mezzo di scuola materna (farà i 5 anni ad aprile), mio marito ed io abbiamo deciso di muoverci in anticipo e cominciare già da quest anno a  valutare le diverse scuole presenti sul territorio del comune in cui viviamo. Informarsi prima su orari, offerta formativa e strutturazione degli istituti è, secondo me, fondamentale per potersi orientare con un po’ più di senso critico. Nel nostro caso esistono 4 scuole elementari; due le abbiamo escluse già prima di andarle a vedere: una perché adotta le 30 ore settimanali di lezione (ovvero 3 giorni 8-13 e solo due 8-16, assolutamente improponibile per genitori che lavorano full time) e l’altra poiché mi è stata sconsigliata vivamente anche da genitori che ci mandano i loro figli a causa dell’organizzazione fisica della struttura (in alcune aree della scuola non ci sono i bagni e i bambini devono attraversare il cortile per poter fare pipì) del basso numero dei docenti di ruolo e della poca attenzione degli stessi nei confronti di bambini che manifestano disagi relazionali e di apprendimento. Ce ne rimangono solo 2: una pubblica e una privata; essendo più che certa del fatto che la differenza tra una buona scuola e una scuola mediocre la facciano le singole insegnanti e non il fatto che sia pubblica o privata, abbiamo deciso di andare a vedere entrambi gli open day per iniziare a farci un’idea. Vi confesso che la cosa mi ha completamente destabilizzato, quindi ora vi racconto la nostra esperienza.

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A scuola con le emozioni

maschereIn questo periodo il mondo intorno ci porta sempre più spesso a contatto con emozioni forti e in grado di scuoterci nel profondo, basti pensare che persino la Disney ha deciso di fare un film sull’argomento! Le emozioni fanno parte della nostra vita: nascono con noi e con noi crescono, si modificano, si esprimono. Già, ma come? Quante volte ci è capitato di non riuscire a far uscire quella vocina che urlava dentro di noi? Quante volte ripetiamo ai nostri bambini “stai esagerando!” quando si lasciano trasportare da rabbia, frustrazione o felicità estrema? Beh, imparare a riconoscere e ad esprimere le emozioni nel modo corretto è una delle cose più difficili che si impari a fare nel corso della vita e sarebbe davvero bello poterne già parlare sui banchi di scuola, imparando dall’ABC proprio come si fa per leggere e scrivere. Oggi vorrei raccontarvi di come tutto questo sia possibile, oltre ad essere uno degli aspetti che amo maggiormente del mio lavoro: entrare in classe per l’educazione all’affettività.

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Frullato di anguria per una perfetta merenda estiva!

anguriaL’estate è quasi finita, è vero, ma il caldo c’è ancora e si è sempre in cerca di qualcosa che spezzi la fame, che non sovraccarichi troppo lo stomaco e che, possibilmente, disseti. Tra i frutti più quotati c’è l’anguria: zuccherina, piena di acqua e con una miriade di qualità benefiche e depurative! Unico neo: le dimensioni; le angurie sono davvero grandi e per quanto uno ne mangi, ne avanza sempre in quantità! Come riuscire a esaurire le scorte? Con una semplice idea dai mille utilizzi, assolutamente perfetta per i bambini!

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Settembre, andiamo. E’ tempo di migrare… e ricominciare a stressarsi!

timesheetSettembre, andiamo.
E’ tempo di migrare.

D’Annunzio iniziava così la sua poesia sul rientro dei pastori abruzzesi dai verdi pascoli estivi; più o meno quello che succede anche anche a noi. Con i primi giorni di settembre salutiamo definitivamente l’aria vacanziera, il sole, i pantaloni corti e ricominciamo con il solito circo che comprende: sveglie ad orari improponibili, staffette degne dei migliori atleti olimpici per portare i bambini a scuola (di qualsiasi ordine e grado) e arrivare al nostro lavoro con un ritardo stimato che sia inferiore alla mezza giornata. Come ad ogni ripresa siamo tutti ricchi di ottimi propositi: palestra, linea, dare meno ascolto al capo, ecc. e come ogni anno il tutto finisce in un guazzabuglio di dimensioni epiche, soprattutto per quanto riguarda le attività extra scolastiche dei bambini. Ed è proprio di questo che vorrei parlarvi oggi…

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Organizzazione di una giornata all’EXPO2015 con grandi e piccini

expo 2015Ebbene sì, l’abbiamo fatto per davvero…lunedì scorso, a dispetto delle previsioni di diluvio universale e altri disastri, armati di biglietti ed ettolitri di acqua, siamo partiti alla volta dell’EXPO con i bambini a seguito. La strategia di base era la seguente: arriviamo presto, in modo da poter vedere più roba possibile, e fuggire alle prime avvisaglie di esaurimento infantile. Non avremmo potuto nemmeno lontanamente immaginare che li avremmo dovuti trascinare fuori di peso alle 21.30, dopo quasi 11 ore (giuro, ero più stravolta io di loro). Come ci siamo riusciti? Sinceramente non lo so nemmeno io, ma vi racconterò ugualmente la nostra giornata, sperando di convincervi a ripetere la nostra esperienza, perchè ne vale davvero la pena!

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Banana Bread (ricetta senza latte nè uova)

Banana BreadDa qualche tempo a questa parte in casa mia la spesa la si fa online: frutta e verdura fresca e biologica da Cortilia e il resto con il servizio della consegna a domicilio di Esselunga. Entrambi comodissimi se avete 2 bimbi piccoli e abitate al quarto piano di un palazzo in cui non c’è l’ascensore… uso questi servizi per fare il grosso della spesa settimanale, così per le urgenze dell’ultimo minuto posso fiondarmi in un qualsiasi supermercato con una lista minima. Il problema è che non sempre riesco a fare entrambe le spese online nello stesso momento, così mi ritrovo con sorprese che devo poi smaltire. L’ultima volta ho accidentalmente inserito le banane in entrambi i carrelli e me ne sono ritrovate ben 15 in frigorifero…come farne fuori un po’ in poco tempo? Ho preso come spunto la ricetta del Banana Bread di origine anglosassone e ho fatto due piccole variazioni per adattarlo ai gusti familiari: nella ricetta originale si prevedevano 3 banane e due uova, ma dato che le banane mature hanno una viscosità molto simile a quella delle uova, le ho tolte e ho aggiunto una banana in più; inoltre la ricetta prevedeva l’utilizzo di quasi un etto e mezzo di burro, che ho sostituito con l’olio di semi di girasole rendendo così l’impasto più leggero e con un sapore meno forte. Il risultato è stato davvero positivo: un dolce assolutamente spendibile sia per colazione sia per merenda, soffice e fruttato che si conserva perfettamente per 3/4 giorni, coperto da un foglio di carta di alluminio, senza diventare secco. I bambini e il marito se lo sono divorato in un paio di giorni (la foto ne testimonia il passaggio), quindi direi che posso passarvi la ricetta!

bananaIngredienti

  • 4 banane mature
  • 200g farina
  • 100 g zucchero
  • 1/2 cucchianino cannella in polvere
  • 1/2 cucchianino bicarbonato
  • 120g olio di semi di girasole
  • 1/2 limone

Riducete le banane a purea e incorporate il succo di limone (per non farle diventare scure) e lo zucchero. In un’altra ciotola mescolate tra loro gli ingredienti secchi: farina, cannella e bicarbonato, quindi aggiungeteli alla purea di banane. Quando gli ingredienti saranno ben amalgamati aggiungete l’olio e mescolate; se l’impasto vi sembra un po’ troppo denso, aggiungete 1 o 2 cucchiai da  minestra di acqua naturale a temperatura ambiente.

Oliate uno stampo da plumcake e versatevi l’impasto; infornate nella parte bassa del forno prescaldato a 180° per 60 minuti circa.

Fatemi sapere se vi è piaciuto!!!

Perché i bambini devono saper dire NO!

NOUn paio di settimane fa mio figlio Gabriele è andato alla festa di un suo compagno di classe. Causa piccolina malata io non sono potuta andare con lui, che è stato affidato alla mamma del festeggiato. Durante la festa, che si teneva in una ludoteca con gonfiabili, lui e un altro bambino si sono scontrati e a Gabri è uscito un po’ di sangue dal naso; mentre la mamma del festeggiato stava avvicinandosi per andare in soccorso dei due incidentati, ecco che una signora, una perfetta sconosciuta, interviene e cerca di prendere mio figlio e portarlo in bagno per sciacquargli il viso. Si è scatenato il putiferio! Gabriele si è spaventato perché non conosceva la signora e si rifiutava di andare con lei, piangendo e cercando di allontare la signora,  la mamma del festeggiato,  insieme alle altre dell’asilo, sono intervenute per riprendersi i due bambini, la signora pare si sia ritenuta molto offesa e ha accolto a male parole la carica delle altre mamme. Arrivata a casa la sera, Gabri mi ha raccontato l’episodio e quando gli ho chiesto come si fosse sentito ad essere il protagonista di questa strana situazione mi ha risposto: “Mamma, io quella signora proprio non l’avevo mai vista! Quando mi ha afferrato voleva portarmi via e io avevo paura, allora mi sono ricordato di quello che mi hai insegnato tu: se la situazione non ti piace fai rumore, vai via e cerca la mamma. Tu però non c’eri e io sono andato dalla mamma di Tommy, va bene lo stesso?”

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Viaggiare si può, sicuri è vitale!

bimbosiluro_littleNella mia vita so di essere una persona, a volte, molto poco flessibile. Ci sono casi e situazioni in cui si deve fare come dico io e stop, soprattutto quando c’è di mezzo la vita dei miei figli. I viaggi in macchina sono uno di questi aspetti: il seggiolino deve esserci, SEMPRE, anche per tragitti brevissimi, altrimenti rimango a casa mia. So perfettamente che ci sono bambini che soffrono la macchina, Carlotta, in particolare, detesta restare legata per lungo tempo; in questo caso preferisco prevedere una sosta in più lungo il tragitto o partire da casa armata e attrezzata con libretti e giochini.

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C’era una volta la nostra giornata…

“Gabri, come è andata oggi la tua giornata?”
“Non lo so, mamma, non mi ricordo mica tutto!”
Come dargli torto? La sua giornata comincia alle 7 del mattino e finisce alle 9 e mezza di sera, decisamente un quantitativo di informazioni notevoli e pensare che un bimbo di nemmeno 4 anni sia in grado di ricordarsi tutto, rielaborarlo e raccontarlo è davvero un’impresa titanica. Nonostante questo, aiutare i bambini a parlare di sè è fondamentale sia per quanto riguarda la costruzione della loro memoria narrativa, sia per quanto riguarda la possibilità di imparare a confidarsi con mamma e papà, rielaborare gli eventi chiedendo spiegazioni o rassicurazioni e capendo l’importanza di esternare le proprie emozioni. Senza, oltretutto, tralasciare la legittima curiosità di un genitore che si è, necessariamente, perso una fetta consistente della vita del proprio bambino! Come conciliare tutti questi aspetti? Impariamo a fare domande!

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