“F” come FAMIGLIA

La famigliaOggi più che mai in Italia si parla di famiglie; oggi più che mai l’Italia si spacca sul COSA sia una famiglia, chi possa averne diritto e chi, invece, no. Negli ultimi tempi ci si è dati tanto da fare per sparare a zero senza informarsi: dalle scritte sul Pirellone, ai biglietti di Italotreno, ai cartelli SBAGLIATO (spaventosi, lasciatemelo dire) del Circo Massimo, ai commenti sui social in cui si chiedeva a gran voce l’apertura delle gabbie dei leoni del suddetto circo. In questi giorni mi sono chiesta spesso da dove nascesse tutto l’odio sbandierato; a parte le solite (altissime) percentuali di disinformazione, penso che una delle cause principali stia nella profonda paura del non riconoscimento reciproco.

FAMIGLIA

fa·mì·glia/
sostantivo femminile
Nucleo sociale rappresentato da due o più individui che vivono nella stessa abitazione e, di norma, sono legati tra loro col vincolo del matrimonio, dalla convivenza o da rapporti di parentela o di affinità.
La definizione che ho riportato sopra è quella che deriva dal Dizionario della Lingua Italiana che ho in casa, ma la mia esperienza nella stanza di analisi mi ha insegnato che spesso non è così semplice. Ci sono tantissimi tipi di famiglia e non tutti funzionano come dovrebbero: ci sono genitori che si separano o che muoiono, coppie che accolgono nelle loro case bambini che non sono biologicamente figli loro, famiglie in cui si urla, in cui ci si fa del male, in cui si sta male. Famiglie in cui, invece, ci si sente al sicuro e a casa, indipendentemente dal numero dei componenti presenti,  famiglie in cui regna l’amore. La mia esperienza di vita e le persone persone che incontro quotidianamente mi insegnano che la FAMIGLIA è l’insieme di persone che sono disposte a crescere con te, a condividere progetti, sogni e sconfitte, a litigare, ma anche a farti da cerchio protettivo tutte le volte che ne senti il bisogno. Sono le persone che noi SCEGLIAMO; non è un caso, infatti, che il destino di ogni essere umano sia quello di scegliere SE e con quale persona costruire una famiglia nuova e diversa da quella da cui proviene. Più cuori e una capanna. Non serve altro e tutti ne abbiamo ugualmente diritto.
indexLa società di oggi, purtroppo, non ha intenzione di supportare la famiglia; basterebbe gettare uno sguardo sui sempre peggiori livelli di assistenza alle famiglie: i dati sulla disoccupazione delle donne-madri, le infinite procedure per l’adozione, la quasi totale assenza di strutture pubbliche di supporto all’infanzia, il non riconoscimento della legittimità delle unioni omosessuali ecc. ci pongono ai gradini più bassi dell’Unione Europea. Davvero qualcosa di cui vergognarsi e non sorprende che questo scateni risse continue all’idea che l’approvazione del Decreto legge Cirinnà possa aumentare il numero delle famiglie legalmente riconosciute in Italia: le famiglie “normali” hanno paura che le famiglie “omosessuali” possano portargli via quel niente in termini di riconoscimento e sostegno che la nostra società offre. Peccato che sempre di FAMIGLIE si stia parlando!
Forse una protesta giusta e legittima andrebbe fatta nel sottolineare quanto le famiglie (di qualsiasi ordine, grado, composizione) non siano tutelate abbastanza; si dovrebbe urlare il bisogno di asili nido comunali, si dovrebbero innalzare cartelli sulla necessità di proteggere le coppie che adottano o fanno un figlio perché hanno il fisiologico bisogno di doversi adattare alla nuova situazione e ricevere aiuto; si dovrebbe manifestare sulla necessità di avere servizi sociali che funzionino nella tutela dei bambini e dei componenti delle famiglie in cui si verificano casi di disagio o violenza. Ma noi no. Preferiamo infervorarci sul fatto che la “stepchild adoption” sia l’autostrada per l’utero in affitto o per le adozioni di bambini da parte di famiglie omoparentali (per la cronaca, la legge Cirinnà ESCLUDE queste due ultime opzioni), preferiamo parlare AL POSTO dei bambini asserendo ferocemente che l’unica famiglia che è in grado di crescerli nel modo più corretto è quella composta da un pene+una vagina, quando le ricerche scientifiche più autorevoli hanno DIMOSTRATO che NON esistono differenze significative (qui un link che vi riassume le principali).
Nel nostro delirio sociale tendiamo a dimenticarci un fattore importante: l’uomo è un essere sociale e da sempre crea attorno a sè un complesso di persone con lo scopo di supportarlo e di sostenerlo nei suoi bisogni fisiologici, affettivi e psicologici di base. Attraverso la nostra evoluzione siamo arrivati a chiamare questo complesso “Famiglia“; negarne il diritto o additarla come “sbagliata” senza spendere tempo a comprenderne la storia ci pone nella pessima condizione di essere giudici della felicità del nostro prossimo ed esecutori della sentenza di annullamento dell’essenza stessa dell’Amore. Sono più che convinta che persino nella Bibbia sia QUESTO a non essere un atteggiamento del tutto corretto.

2 thoughts on ““F” come FAMIGLIA

  1. Complimenti per l’articolo Marina! Condivido pienamente quanto hai scritto. La Famiglia penso che mai come oggi è tanto fragile e in difficoltà..e paradossalmente invece di affrontare i veri problemi, si parla del superfluo. Il problema delle mamme disoccupate senza nessun tipo di sostegno e di quelle lavoratrici, che lasciano i figli una giornata intera al nido o con i babysitter, essendo obbligate a lavorare con orari massacranti che prosciugano tutte le energie di cui ha bisogno una famiglia…
    Anch’io me lo domando: “Tutto questo è normale???!!”
    Forse bisogna urlalo.
    Un caro saluto da un’altra mamma

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